È un autunno particolare, un periodo difficile che sembra potrebbe diventare ancora più difficile. E così le ‘solite’ depressioni autunnali sembrano diventare più serie, e più diffuse. Lo stress e il peso derivante dal perdurare dell’emergenza Covid-19, l’insicurezza per il futuro, la paura… sono alcuni dei molti elementi che fanno di questo autunno uno dei più neri che la storia recente ricordi. Ne abbiamo parlato con il Dott. Enrico Gamba, Psicologo Clinico e Psicoterapeuta. Ecco cosa ci ha detto.
L’autunno è la stagione durante la quale è più frequente l’insorgere o il riacutizzarsi di disturbi depressivi, o comunque di alterazioni (in basso) del tono dell’umore. Innanzitutto perché l’autunno? Quali sono i fattori che fanno di questa stagione una delle più propizie per questo grave disturbo?
L’autunno segna il passaggio verso i mesi più freddi dell’anno, una diminuzione della luce e delle attività all’aperto. Per alcuni questo è un periodo di raccoglimento, in cui prepararsi piacevolmente al lungo inverno. Per altri un periodo triste in cui freddo e poca luce inducono condizioni depressive. In alcuni casi si può verificare un vero e proprio disturbo affettivo stagionale, caratterizzato da tristezza, debolezza, affaticamento, la tendenza a mangiare più del solito, soprattutto zuccheri e carboidrati. È in genere presente anche una forma di ipersonnia: chi soffre del disturbo dorme di più. Si ha la tendenza ha ridurre le relazioni e i contatti sociali. Sono diverse le cause che sembrano alla base del disturbo. Fra queste la riduzione significativa dell’esposizione solare, la riduzione delle ore del giorno e l’abbassamento della temperatura. Per chi soffre del disturbo questi cambiamenti sono in grado di influenzare significativamente la concentrazione di sostanze importanti per l’umore come la serotonina.
L’autunno 2020 (e speriamo di fermarci al 2020) sarà un autunno particolare, con l’emergenza covid-19 che non accenna a diminuire, con le preoccupazioni oggettive per il futuro, per l’economia, il lavoro, per non parlare della salute propria e quella dei propri cari. Cosa vede lei, dal suo punto di osservazione – nella pratica clinica – e soprattutto cosa prevede per i prossimi mesi, quando ci addentreremo sempre di più nella stagione fredda, per gli italiani e per la loro condizione psicologica?
Quella di quest’anno è una stagione complessa, diversa dal solito proprio a causa dell’emergenza Covid-19. Di certo le incertezze sanitarie e le sempre più minacciose incertezze economiche hanno un impatto importante nella regolazione dell’umore. Alcune categorie, maggiormente colpite a livello sanitario e economico dalla pandemia, sono più a rischio di soffrire durante questo autunno e inverno 2020. I forti elementi di precarietà, e l’impotenza di fronte ai repentini cambiamenti, se protratti nel tempo, possono portare a un senso di “impotenza appresa” dannoso, con effetti a cascata preoccupanti.
Quanto stanno influendo le comunicazioni contraddittorie a cui siamo continuamente sottoposti da ormai quasi un anno? I numeri che suscitano ansia, le indicazioni molto spesso in conflitto tra di loro che ci danno gli esperti, gli allarmi, le limitazioni delle libertà di spostamento e di aggregazione, la mascherina obbligatoria. Tutte cose sicuramente importanti e utili, ma che hanno anche una pesante ricaduta sulla psiche delle persone. Ci sono secondo lei anche delle responsabilità in questo senso da parte di chi dovrebbe vigilare sulla salute – anche mentale – della popolazione?
Guidare un paese in un periodo storico come questo non è certo un’impresa facile. Le scelte compiute devono tenere in considerazione molteplici aspetti che difficilmente possono essere ponderati nella loro interezza e portata. La questione sanitaria primaria derivante dal covid-19 richiede delle misure che provocano degli effetti sanitari “secondari” di non minor importanza. La ricerca scientifica ha mostrato come la povertà sia un fattore di rischio fondamentale per la salute mentale delle persone. Anche la solitudine, a cui le restrizioni inducono, può rivelarsi nel tempo causa di importante sofferenza. Non in ultimo la paura. Sebbene la paura sia un’emozione sana, che ci aiuta ad evitare il pericolo, se protratta nel tempo e alimentata continuamente può portare a un indebolimento complessivo di corpo e mente. Bilanciare bene questi e i tanti altri aspetti, che questa situazione comporta, non è certo semplice. Rispetto all’informazione, di certo, servirebbe una maggiore responsabilità, da parte di tutti, circa la terminologia usata e la contestualizzazione delle informazioni stesse. Spesso non si ha il tempo di approfondire dati e conoscenze e, limitandosi a informazioni superficiali, si rischia di generare una visione non sempre coerente della realtà.
Si parla di depressione e si pensa subito ai farmaci, e in effetti pare che il consumo di farmaci antidepressivi ed ansiolitici sia aumentato considerevolmente dall’inizio dell’emergenza covid-19. Sono i farmaci l’unico rimedio contro la depressione, o magari l’ultima risorsa quando altri tipi di terapia non riescono a risolvere il disturbo?
Il disturbo affettivo stagionale sembra essere collegato ad una riduzione dei livelli di serotonina nel corpo. I farmaci che aiutano in tal senso possono essere un ausilio nella gestione del disturbo. Gli interventi più studiati, che si sono rivelati più efficaci, sono interventi di esposizione alla luce. La Light Therapy ha mostrato effetti considerevoli in buona parte delle persone che hanno mostrato il disturbo.
Come si affronta la depressione, a chi ci si rivolge, quali sono le terapie più provate e più efficaci, per risalire la china, per ritrovare interesse ed emozioni positive nei confronti del mondo che ci circonda?
Alcune buone prassi, utili anche più in generale nel caso di disturbi depressivi, sono di certo il mantenimento di soddisfacenti contatti sociali e il coltivare uno stile di vita sano, caratterizzato da cicli regolari del sonno, alimentazione equilibrata e sport. Sempre più studiate sono anche pratiche di derivazione orientale come lo Yoga e la Mindfulness. Entrambe si sono dimostrate efficaci nel trattamento dei disturbi depressivi, anche cronici. Infine, qualora gli sforzi in tal senso non siano sufficienti, potrà essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia, finalizzato a comprendere e intervenire sul disagio, incrementare la consapevolezza e fornire strumenti efficaci per fronteggiare il difficile periodo.
Ringraziamo il Dott. Enrico Gamba
Psicologo Clinico, Psicoterapeuta, Ipnoterapeuta, Formatore.
Sito web: www.enricogamba.org
In collaborazione con MARGHERITA.NET