Molti brand passano di moda, altri passano di mano in mano da uno stilista di talento ad uno meno dotato, con alti e bassi nella qualità delle collezioni. È fisiologico, quasi normale. È capitato a tutti, è capitato – forse in maniera un po’ estrema anche a Gucci, con la collezione disegnata da Alessandro Michele per l’Autunno Inverno 2018 2019. Una collezione che rappresenta forse il minimo storico nella già ondivagante storia del brand.
Sono passati i tempi di Tom Ford, che in molti rimpiangono, noi compresi, e che probabilmente non torneranno più. La sfilata della collezione Gucci Autunno Inverno 2018 2019 fa parlare di sé solo per le caratteristiche negative che ha saputo esprimere. Dalle teste mozzate ai lettini stile sala operatoria di una clinica per esperimenti illegali di qualche paese dell’est europeo, occhi innestati sul corpo delle modelle, e mostriciattoli di vario genere. Orribili, superflui e gratuiti, come il resto dell’ambientazione della sfilata.
Ma le note negative non si fermano qui, purtroppo. La moda terminale vuole, forse deve, scioccare, perché l’unico modo per far parlare di sé è quello di essere estremi, di andare oltre. Oltre il gusto, oltre il buon gusto, oltre il bello. Oltre il brutto, per sfondare nel ridicolo. E nel ridicolo, con una buona dose di grottesco, siamo finiti con la sfilata di Gucci.
Ma parliamo di moda. E quindi dei capi visti in passerella. Che dire? Ci sarebbe molto da dire, ma forse le migliori le abbiamo sentite tra gli addetti ai lavori all’uscita della sfilata. “Osceni”? “Orribili”? “Ridicoli”? “Importabili”? “Inguardabili”? Certo, sui magazines e sui giornali queste non le leggerete, non si va mai contro chi ti acquista la pubblicità, forse solo di striscio, solo per riportare qualche commento negativo che ne so, di un Giorgio Armani, che si dice scandalizzato del comportamento del brand (concorrente). E basta.
Cosa ha pensato Alessandro Michele, lo stilista di Gucci, quando ha messo insieme questa collezione? E chi avrebbe dovuto consigliarlo, a cosa stava pensando?
L’unica frase che continua a girarci per la testa è: “Arridatece Tom Ford”
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