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Il calo del testosterone e come contrastarlo

Il calo del testosterone inizia relativamente presto, infatti a partire dai 35-40 anni di età, …

Il calo del testosterone e come contrastarlo
Il calo del testosterone e come contrastarlo

Il calo del testosterone inizia relativamente presto, infatti a partire dai 35-40 anni di età, i livelli di testosterone diminuiscono di circa l’1-2% all’anno. Quello del calo del testosterone nell’uomo (sano, ma che ha superato i 40 anni) è un argomento di cui non si parla volentieri. Non ne sappiamo neppure molto, se dobbiamo essere onesti. Eppure… eppure succede, a tutti. Ad un certo punto della vita di ogni uomo i livelli di testosterone iniziano a calare, in maniera inesorabile, e con il calo dei livelli di questo ormone coincide tutta una serie di cambiamenti.

Meglio saperlo che non saperlo, e meglio anche sapere quali stili di vita influiscono nel bene o nel male sui livelli di testosterone. Per saperne di più ci siamo rivolti ad uno dei massimi esperti, ed abbiamo intervistato il Prof. Andrea Lenzi, Professore Ordinario di Endocrinologia alla Sapienza Università di Roma. Ecco cosa ci ha spiegato.

A quale età, nell’uomo sano, inizia a calare la produzione endogena di testosterone, e quali sono i cambiamenti più importanti che questo calo ormonale porta con sé?

In realtà il calo del testosterone inizia relativamente presto, infatti a partire dai 35-40 anni di età, i livelli di testosterone diminuiscono di circa l’1-2% all’anno. Tale diminuzione è legata sia alla ridotta produzione sia all’aumento di una proteina, denominata SHBG, che lega il testosterone rendendolo inattivo e riducendo quindi la quota del testosterone libero, biologicamente attivo e disponibile per l’organismo. La diminuzione del testosterone libero e attivo si accentua quindi con il passare degli anni, con un ritmo, come abbiamo detto, pari all’1-2%/anno. Questo calo si manifesta con una sintomatologia ben precisa caratterizzata, fra l’altro, da diminuzione della massa muscolare, astenia, ridotta capacità di concentrazione, e, soprattutto da sintomi che riguardano la sfera sessuale quali riduzione delle fantasie erotiche, calo del desiderio e disfunzione erettile.

Esistono dei comportamenti alimentari, stili di vita possono accelerare o aggravare il calo nella produzione di testosterone?

Certamente, anzi le ricerche di questi ultimi anni sembrano indicare che lo stile di vita e le patologie che spesso sono correlate con esso, possono ridurre la produzione del testosterone come e, forse più, dell’età. Fra le varie cause possiamo citare la vita giornaliera stressante, l’obesità e il diabete e quindi una alimentazione non corretta, l’abuso di alcool, la sedentarietà, il non avere un rapporto di coppia stabile, legato forse al fatto che gli uomini sposati o conviventi hanno uno stile di vita migliore rispetto ai single; inoltre, negli ultimi anni si è dimostrato in maniera inoppugnabile che un’attività sessuale regolare è in grado di mantenere una buona produzione di testosterone nel tempo.

E quali sono invece i consigli che lei può dare a chi si trova ad affrontare questa fase della vita per contrastare in maniera efficace, se possibile ovviamente, il calo fisiologico della produzione di testosterone?

Alla luce di quanto abbiamo detto prima su obesità e diabete e sulle alterazioni generiche del metabolismo, se un uomo in sovrappeso riesce a dimagrire ed a ridurre la sua circonferenza vita, può migliorare notevolmente la produzione di testosterone ed evitare che si trasformi, nel tessuto adiposo, nell’ormone femminile, con ovvi benefici. Quindi il mio primo e capitale consiglio è di modificare in meglio la dieta e di associarla necessariamente ad una qualunque forma di attività fisica; a tale riguardo non è necessario iscriversi ad una palestra o ad una piscina, se si fa è ovviamente meglio, ma è sufficiente camminare a passo svelto per almeno mezz’ora al giorno: tutto sommato una cosa abbastanza semplice da ottenere. Un altro ovvio consiglio è quello di ridurre quanto più è possibile l’incidenza dei cosiddetti stress minori, ovvero tutti quegli eventi che incidono sulla nostra psiche quotidianamente (sovraffollamento dei mezzi pubblici, difficoltà a reperire il parcheggio, litigiosità nel traffico e con i colleghi di lavoro, ecc.)

È vero, o si tratta solamente di una ‘leggenda metropolitana’, il fatto che nelle generazioni più giovani si stia assistendo ad un calo nei livelli di testosterone rispetto al passato? E se è vero, quali ne sono le cause?

E’ assolutamente vero. C’è un classico lavoro di studiosi statunitensi, Travison et al., che hanno dimostrato un declino dei valori medi del testosterone durante gli ultimi venti anni. Questi autori riportano un calo di circa 1,2% all’anno a partire dal 1987 fino al 2004 (per esempio i livelli medi di testosterone nei 65enni del 2002 sono significativamente più bassi di quelli del 1987). Tale declino si associa ad altri trend che si sono manifestati nello stesso periodo quali la riduzione dei parametri seminali, l’aumento di patologie andrologiche quali il criptorchidismo, l’ipospadia, il tumore al testicolo. E’ difficile spiegare questi dati anche se le cause si fanno risalire ai ben noti problemi di inquinamento ambientale caratterizzati da un aumento di sostanze inquinanti ad azione simil-estrogenica. Questo dato è molto preoccupante se visto in prospettiva perché, confermato, potrebbe rappresentare una minaccia per la sopravvivenza della nostra specie ed impone politiche ambientali che siano sempre più rispettose dell’ecosistema.

Alessio Cristianini | ADVERSUS

Ringraziamo il Prof. Andrea Lenzi, Professore Ordinario di Endocrinologia, Sapienza Università di Roma

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