Chi ha deciso di mettersi a dieta dovrebbe sapere che la dieta dimagrante è utile e importante certamente, ma va pensata e poi seguita seriamente. La dieta non è un gioco, e il fatto che riviste, programmi televisivi e gossip tra amiche la rendano così banale ed accessibile non significa che – invece – la dieta dimagrante sia una cosa seria. Un conto è rinunciare al biscotto con il cappuccino, un altro eliminare intere classi di alimenti, o esagerare con l’apporto di proteine, o eliminare i carboidrati… tutte pratiche che ben conosciamo perché pubblicizzate in base alle mode del momento.
Abbiamo interpellato la D.ssa Carla Lertola, Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, per chiederle di aiutarci a capire quali sono i rischi, reali e potenziali, delle diete fatte in casa, o delle diete esotiche che a intervalli regolari ci vengono proposte e riproposte.
Quali sono i potenziali rischi – quelli che lei vede nella sua pratica di medico dietologo – a cui ci si espone e si espone la propria salute quando si affrontano diete dimagranti eccessivamente severe, o sbilanciate?
La dieta, intesa come mangiare buono&sano, è per sempre. Partendo da questo assioma, occorre impostare e seguire costantemente un regime alimentare che risponda a due criteri: la gradevolezza al palato, nel rispetto del valore sociale e conviviale del cibo, e salutistico. Se manca uno di questi due ‘ingredienti’, inscindibilmente legati, il rischio è di esporsi a fluttuazioni di peso, cali temporanei e riprese, con un effetto peso “yo-yo” a causa dell’assunzione di regimi sbagliati e sbilanciati, o che ricercano in cibi poco sani un appagamento del gusto, con azione compensatoria.
La dieta sana non deve essere intesa come il mezzo per tornare al peso forma, bensì come un ‘modus mangiandi’, assunto regolarmente e mantenuto nel tempo. Con questa finalità, anche la dieta dimagrante, non può dunque essere restrittiva né in quantità né in qualità. Ovvero in un regime dimagrante non deve essere mai inferiore a 1300Kcal giornaliere per la donna e a1.800Kcal nell’uomo, perché sotto queste soglie ci si espone a carenze nutrizionali.
Dall’alto deve offrire cibi, alternati nelle qualità, così da permettere all’organismo di immagazzinare tutti i principi nutritivi in ‘equilibrio’, senza eccedere nel consumo di un elemento rispetto ad un altro.
E’ comune ad esempio, quando si intraprendono specifici regimi dimagranti, incorrere in un introito di proteine ben superiore alle soglie raccomandate, raggiungendo quote giornaliere intorno al 30% contro i corretti 12-15%.
Quote dannose anche per la salute in quanto smobilizzano il calcio dall’osso, rendendolo più fragile, favorendo lo sviluppo di osteoporosi e nel tempo anche di problematiche a carico di reni e fegato. Inoltre seguire diete dimagranti sbilanciate, anche per brevi periodi con finalità mirate, espone il fisico a innumerevoli stress e predispone ad assumere ‘on demand’ moduli alimentari sbagliati. Mentre la correttezza alimentare prevede un apporto calorico quotidiano derivante dal 55-60% di carboidrati, dal 12-15% proteine e dal 25-28% di lipidi.
Mangiare sano consente di raggiungere una condizione di normopeso che permette di concedersi una tantum anche dei peccati di gola, che soddisfano il palato senza impattare sul peso.
Quali sono gli errori più comuni che lei vede commettere da chi si improvvisa dietista di se stessa?
L’errore più comune è affidarsi a “esperti improvvisati”, che hanno un modo convincente di comunicare, ma non le adeguate competenze per proporre regimi dietetici, o cadere nella rete delle fake news e community che pullulano sul web che danno consigli su ipotetiche diete miracolose fai-da-te. Invece gli unici professionisti certificati per parlare di diete e regimi alimentari corretti sono i dietologi, medici specialisti in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica, i dietisti o i biologi nutrizionisti.
Questo perché la dieta è un atto medico, anche se intrapresa per un ritorno al peso forma, che va studiata da un esperto ‘accreditato’ – lo ribadisco il dietologo, il dietista e/o il biologo nutrizionista (in questi due casi con il supporto del medico) – e pianificata su misura delle esigenze e necessità della persona per offrire e potenziare la salute e collateralmente educare al mangiare sano.
Non è un caso incontrare pazienti ‘apparentemente’ intolleranti che manifestano sintomi del tratto gastroenterico come meteorismo o reflusso gastrico, ma che a un esame più approfondito, diagnosticano invece ad esempio la celiachia, una intolleranza al lattosio o una problematica locale da Helicobacter Pylori. Questo a conferma del fatto che la centralità della diagnosi è fondamentale e ogni sintomo o ‘intolleranza’ vanno condivise con il medico, unica soluzione per raggiungere un obiettivo di buona forma fisica e di salute.
Ringraziamo la D.ssa Carla Lertola
Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica
https://www.carlalertola.com
In collaborazione con MARGHERITA.NET