I filtri solari, tutti ne facciamo un uso più o meno regolare durante l’estate, ma forse non sempre sappiamo come fuzionano, come sono classificati, e quali vanno preferiti per una protezione che sia davvero tale. Ne parliamo con la D.ssa Maria Monica Polenghi Medico chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia e psicoterapeuta all’Istituto di Dermatologia dell’Università degli Studi di Milano, che in questa intervista ci spiega meglio come funziona un filtro solare.
Quale è la differenza tra i filtri chimici delle creme solari e quelli fisici, quali i pro e i contro e quali lei, in base alla sua pratica clinica, preferisce e consiglia alle sue pazienti?
I filtri chimici sono molecole sintetiche in grado di assorbire l’energia dei raggi UV e di modificarne l’intensità.
Gli schermi fisici, invece, sono composti da pigmenti minerali che rimangono in superficie e riflettono i raggi. Per molto tempo questi ultimi sono stati poco graditi e poco utilizzati perché lasciavano un patina bianca sulla pelle.
Ora è stato possibile superare questo inconveniente. I filtri fisici sono particolarmente consigliabili nei bambini, per chi ha la pelle molto chiara, per proteggere cicatrici e per contrastare la formazione delle macchie scure.
Si sente parlare – in maniera anche piuttosto allarmistica – del Titanio Biossido nano come protezione solare. Ci può spiegare meglio di cosa si tratta, e se gli allarmi sono giustificati?
l biossido di titanio è una sostanza chimica approvata che viene usata nelle crème solari come filtro UV e nei cosmetici come pigmento.
Negli ultimi anni è stato utilizzato in forma di nano particella perché offre la possibilità di rendere trasparenti creme e lozioni solari.
Sulla base delle attuali prove scientifiche il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori ha confermato che le nano particelle di biossido di titanio, utilizzate ad una concentrazione fino al 25% come filtro UV negli schermi solari, possono essere considerate sicure per la salute applicate su pelle sana, integra e perfino scottata dal sole.
L’etichettatura dei prodotti non può mostrare questa concentrazione sulle confezioni, ma i produttori devono rispettare questo limite in base alla legislazione europea. La valutazione della sicurezza si basa sulle attuali ricerche scientifiche secondo le quali il biossido di titanio non penetra attraverso la pelle in nessuna forma.
Il biossido di titanio può invece essere molto nocivo per inalazione, perciò viene vivamente sconsigliato come prodotto in polvere o spray.
Le nano particelle di biossido di titanio possono, inoltre, reagire con i raggi UV e accelerare una fotoreazione causando ossidazione di alcune molecole biologiche con comparsa di radicali liberi. Tuttavia quando le nano particelle sono opportunamente rivestite non consentono fotocatalizzazione.
I filtri chimici, infine, sono vietati nei cosmetici eco-bio perché inquinanti.
ADVERSUS in collaborazione con Margherita.net
Ringraziamo la D.ssa Maria Monica Polenghi
Medico chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia e psicoterapeuta all’Istituto di Dermatologia dell’Università degli Studi di Milano http://www.dermatologia-polenghi-milano.it