Architetto, scenografo, stilista, designer e pittore, performer. Dal 1990 a oggi ha realizzato la ristrutturazione di oltre 480 locali, sia in Italia che all’estero. Una delle sue opere maggiori, il suggestivo trono papale per Benedetto XVI. Di Marco Zorzetto.
Gino Rodella, architetto, artista, stilista, designer e tanto altro… come è iniziata la tua passione per il mondo dell’arte? E’ iniziata quando ero piccolo. Fa parte del mio Dna. Fin dai tempi dell’asilo creavo con la stoffa costumi per gli altri bambini, scenografie con degli arbusti e fiori, creavo dei veri e propri spettacoli con i temi delle fiabe (Pinocchio, Cappuccetto rosso, Biancaneve, ecc…). Il mio primo quadro lo realizzai su una federa di cuscino con le tempere Giotto, due pennelli ed uno spazzolino da denti.
Hai lavorato con grandi nomi, artisti del mondo dello spettacolo, personaggi dell’ambito politico e culturale, perfino religioso, ci vuoi ricordare le collaborazioni più importanti?
Ho collaborato con vari artisti di tutti i settori e livelli. Ho iniziato organizzando feste ed eventi nelle discoteche del Veneto, ed è lì che conobbi il Ministro Gianni De Michelis. Ricordo che era un estimatore del body painting e mi capitò spesso di organizzare eventi e feste per il PSI. Ho collaborato con Renzo Arbore, “Indietro tutta”, dove mi occupavo dei costumi e scenografie, seguendo i miei docenti del tempo. Ho collaborato inoltre con “La vita in diretta” di Michele Cocuzza, “Piazza Grande”, preso parte a serate teatrali con Gigi Proietti e Paola Borbone. Ho partecipato allo dello spettacolo al Palabrescia “80 voglia di Christmas” con Valeria Marini, Paolo Ruffini, Scialpi, Den Arrow, Tracy Spencer, Tullio De Piscopo, nel dicembre 2013.
Per ciò che riguarda il mondo religioso, ho avuto il grande onore di realizzare lo scranno per Papa Benedetto XVI.
Da chi hai appreso di più dal punto di vista professionale ed umano?
Dal punto di vista professionale l’ispirazione mi è arrivata dall’arte stessa, che si trasforma in continuazione sotto i miei occhi e sotto le mie mani. Dal punto di vista umano, sicuramente l’incontro con Papa Ratzinger, che mi ha dato una grande forza morale.
Il tuo progetto più importante?
Il progetto che mi sta più a cuore tra quelli realizzati è stata la costruzione di una chiesa in Brasile, fatta con materiali di recupero, nel 1988 a Capo Gabana. Stavo realizzando dei locali sul posto e con parte dei ricavi ho voluto creare questa chiesa particolare, in un capannone dove prima vendevano frutta e verdura all’ingrosso. Ho poi donato questa realizzazione a Suor Camilla, che si occupava di orfani.
Come è nata invece la collaborazione con papa Benedetto XVI? Che ricordo hai di lui?
Il ricordo che ho di Papa Benedetto XVII è di uomo di grande cultura, umiltà e grande spiritualità. Abbiamo avuto diversi colloqui privati ed ho avuto tutte le risposte alle mie domande esistenziali.
Ti senti più architetto o artista? Se dovessi scegliere di portare avanti una sola attività delle tante che svolgi, quale sceglieresti?
Mi sento sicuramente artista. Sono un creativo fondamentalmente. Le mie opere inizialmente creano stupore per via della loro originalità, perché nessuno ha mai visto niente del genere prima. Dopo anni le replicano gli altri. Ho visto oggetti di design sul mercato spacciati per novità esattamente dieci anni dopo che li avevo creati io.
Gino Rodella ha avuto una vita trasgressiva e avventurosa, ci racconti in breve qualche aneddoto?
Non si può raccontare la mia vita. Sono migliaia gli incontri che ho avuto e da tutti ho preso ed a tutti ho dato. Ogni esperienza mi ha segnato, nel bene e nel male.
Sei noto per la realizzazione di opere e arredi, nonché come wedding planner a tutti i budget, grazie alla tua capacità di utilizzo di materiali di ogni genere che riesci ad elevare a dignità artistica. Quale consiglio daresti a chi avesse bisogno di un supporto e volesse puntare al bello senza spendere cifre da capogiro?
Ho sempre saputo creare la bellezza dal nulla. Usando materiali di recupero ho saputo dar vita ad opere completamente originali e di forte impatto visivo ed emotivo. Ricordo che mi fu affibbiato anche il titolo di “Architetto dei poveri” perché ho arredato discoteche, bar e locali pubblici con materiali di scarto e mobili da rigattiere riadattati.
Quali sono i tuoi progetti presenti e futuri?
Al momento sono al lavoro per realizzare opere d’arte con colori e metallo, e sto realizzando una linea di design e moda con l’aiuto dei miei collaboratori.