Sul lavoro, nello studio, ma anche nei rapporti quotidiani apparentemente più innocenti. L’ansia da prestazione può avere effetti molto negativi ed andare a scapito proprio della prestazione stessa. Ne parliamo con la D.ssa Francesca Cenci – Psicologo, psicoterapeuta, psicologo dello sport.
Quanto conta l’educazione e quanto contano le prime esperienze nel determinare un soggetto più o meno predisposto a soffrire di ansia da prestazione?
Una predisposizione innata a sviluppare una natura ansiosa indubbiamente c’è, ma in questo genere di problemi il contesto gioca un ruolo determinante. Genitori apprensivi, molto richiedenti, che hanno aspettative troppo alte sui figli, peggiorano questo tratto e lo portano all’ennesima potenza. Ci sono persone adulte che continuano ad avere ansie da prestazione per tutto a causa di un antico retaggio del passato inculcato dai propri genitori, che non riescono a smaltire in alcun modo.
Quali sono gli errori più frequenti che lei nella sua esperienza professionale vede commettere da genitori che – magari con buone intenzioni – scatenano invece un problema che nei casi più gravi può diventare addirittura paralizzante?
Senza dubbio gli errori più frequenti sono richiedere ai figli continui risultati a scuola, negli sport e in ogni contesto competitivo. Criticarli di continuo per tutto e farli sentire sempre nell’occhio del mirino. Bisognerebbe smetterla di giudicare e imparare a farsi da parte. Sostenere ma in silenzio, infondere fiducia e trasmettere amore incondizionato. Rimarcare i comportamenti positivi e lodare per l’impegno e non per il risultato.
E quali sono invece i consigli che lei si sente di dare a quei genitori che magari a volte sono troppo apprensivi, per riuscire a controllare le aspettative e il modo di comunicarle, soprattutto quando queste possono causare dei seri problemi nella vita adulta dei loro ragazzi?
Ansia genera ansia. Apprensione procura altra apprensione. Per infondere serenità bisogna essere tranquilli per primi, diversamente non faremo che creare problemi nei nostri figli, che sono delle vere e proprie spugne a recepire i nostri stati d’animo e ad assorbirli, soprattutto quelli negativi. E soprattutto dobbiamo toglierci l’idea che più siamo apprensivi più siamo in grado di cautelare i nostri figli, perché stare troppo addosso purtroppo spesso procura l’effetto contrario. la libertà deve essere alla base di qualsiasi forma di amore, anche se quando si parla di figli so benissimo che è la cosa più difficile da fare.
In collaborazione con MARGHERITA.NET
Francesca Cenci Psicologo, psicoterapeuta, psicologo dello sport.
Nel corso di questi anni ha lavorato in svariati contesti di cura pubblici e privati come psicologo clinico, si è specializzata in rapporti di coppia e in sostegno alla genitorialità e il suo blog “due cuori e una famiglia” è molto seguito. Attualmente svolge la libera professione in due Poliambulatori privati a Salsomaggiore e a Parma, è consulente per due strutture psichiatriche del gruppo Gesin Pro.ges. ed è uno dei preparatori mentali della Federazione Italiana Tennis. Viene spesso invitata in programmi TV come psicologo, in qualità di esperto, http://www.francescacenci.it