Volo molto, e dappertutto. Devo dire che non mi capita quasi mai di ritrovarmi in aeroporti malfunzionanti, sporchi, disorganizzati. Capita ad ogni morte di papa, per fortuna. Ogni tanto capita, come l’altro giorno quando sono passato da Linate.
Arrivo a Linate con il taxi, due ore abbondanti prima della partenza del mio volo, check in online Alitalia religiosamente effettuato il giorno prima… arrivo e davanti ai banchi Alitalia trovo una fila assurda. Chiedo alla gentile signorina che assiste i viaggiatori dove è la fila per il drop off dei bagagli per chi ha effettuato il check in online per un volo Alitalia… mi indica la fila assurda.
Chiedo educatamente… “forse non mi sono spiegato, dove è il drop off per i bagagli per chi ha già effettuato il check in online?” Mi indica nuovamente la fila assurda, scusandosi (anche perché non è italiana e probabilmente si rende bene conto della situazione). Due terzi, forse tre quarti, dei banchi sono ‘disabitati’, conto una manciata di signorine dall’aria piuttosto svogliata dietro ai banchi e intanto la fila si allunga.
Un inglese davanti a me, penso stia perdendo il volo, inizia a chiedere aiuto. Viene fatto passare avanti. Altri sono nelle sue condizioni. Ogni tanto la signorina chiede se qualcuno ha un volo imminente e lo fa passare avanti.
In tutto il mondo (in tutto il mondo!) chi fa il check in online ha una fila preferenziale, solitamente molto rapida e corta. A Linate, chi vola con Alitalia, sembra non avere diritto a questo trattamento. Arriva il mio turno ed una volta lasciati giù i bagagli chiedo alla signorina “È una giornata speciale, c’è forse qualche malfunzionamento o emergenza?” mi risponde sorpresa “Perché malfunzionamento.. di cosa?” Indico la fila assurda. Capisce, mi guarda, e mi dice sottovoce “No, è sempre così”.
Complimenti.
Vado al controllo di sicurezza. Una fila altrettanto assurda, disordinata, lenta. Si divide in due ad un certo punto e la domanda sorge spontanea: sarà più lenta quella di destra o quella di sinistra? Imbocco quella di sinistra e mi metto in lenta attesa. Passano alcuni minuti ed un solerte dipendente dell’aeroporto che non ha ben chiaro il concetto di fila apre un passaggio extra e invece di far passare chi era già in fila, fa passare quelli che stanno arrivando. Complimenti per la mossa. Lo guardo in faccia, capisco che non ci poteva arrivare da solo. Ma almeno spiegategli come si organizzano le file, o mettetelo a impacchettare i bagagli nel nylon all’ingresso…
Finalmente passo il lento e laborioso controllo di sicurezza, che a dire il vero viaggiando molto mi irrita sempre di più, e mi infastidisce non poco, ma non è colpa di Linate, almeno in questo caso.
Tempo di andare al bagno. Non posso perché è chiuso, lo stanno ‘pulendo’. Rinuncio, anche perché ricordo ancora l’odore sgradevole del bagno degli arrivi di Linate e mi passa la voglia. Meglio stringere i… denti, ed aspettare di usufruire di quello dell’aeroporto di destinazione.
(P.S. Solo nelle ultime quattro settimane sono sono passato per gli aeroporti di Yangon e quello di Bagan in Birmania, Bangkok, Hong Kong, Amsterdam, Siem Reap in Cambogia, Zurigo, poi arrivo a Linate… e il resto lo avete già letto).