Una bambina di otto anni, Anna, graziosa, occhi verdi, genitori all’antica, si vede proporre da un prete di ventisei anni – in una cittadina italiana, dopo la prima comunione – un “percorso” di approfondimento religioso. La piccola accetta, comincia a frequentare la parrocchia; sarà l’inizio di cinque anni di violenze sessuali, dapprima subdole, poi sempre più pesanti, compiute in una stanzetta della canonica.
Ogni tentativo di fuga della bimba fallisce, anche per la complicità omertosa del parroco e della maestra di religione. Segue un periodo di rimozione, con gravi malesseri fisici e mentali. A vent’anni Anna inizia una terapia psicologica, assai faticosa, col recupero progressivo della memoria; poi la denuncia in questura, l’apertura di un’istruttoria, un lungo processo.
Due sentenze: nella prima Anna è sconfitta, in secondo grado sarà creduta, “vincerà”; il sacerdote viene condannato, così come la Chiesa locale. Dopo vari anni Anna, ormai adulta, si recherà a Venezia a trovare il suo professore di diritto, che l’aveva seguita fin dall’inizio. Accanto a lui – rivisitando tanti particolari lontani, cercando di capire cosa brucia ancora in lei – prende alcune importanti decisioni per il suo avvenire.
Paolo Cendon
L’orco in canonica
Una bambina esce dal buio del passato
pp. 306, 1° ed.
2016
Gli specchi / Gli specchi
978-88-317-2464-7
Paolo Cendon , veneziano, professore universitario a Pavia e a Trieste, giurista. Fra i suoi libri, Il prezzo della follia, Parole all’indice, Colpa vostra se mi uccido: il suicidio e la responsabilità, I malati terminali e i loro diritti. Ha redatto nel 1986 il progetto-base sull’Amministrazione di sostegno. Con la sua scuola ha messo a punto la figura del “Danno esistenziale”. Cura la rivista on-line personaedanno.it. Ha fondato nel 2015 il movimento “Fragilità, storie, diritti”. Dirige per i maggiori editori italiani vari tipi di collane scientifiche.