La moda, per il direttore artistico Alessandro Sartori, è una questione creativa e comportamentale. Nel singolare mix di modi di fare e modi di indossare si cela una ricerca infinita di miglioramento, uno sguardo responsabile, la continuità tra innovazione e tradizione. Ogni collezione non è solo un’aggiunta al percorso già tracciato, ma anche un modo per dare un nuovo significato a ciò che è stato fatto, per esplorare un momento della storia e farla evolvere nel suo insieme.
Per la collezione autunno inverno 2025 2026 il guardaroba originale di Ermenegildo, il fondatore, è al centro dell’attenzione anche per le forme da lui predilette, che ispirano direttamente capi e costruzioni. “Il modo in cui abiti, storia personale e atteggiamenti si fondono è per noi centrale – afferma Alessandro Sartori – In questa collezione i capi sono scelti con nonchalance e mescolati spontaneamente raccontando un incontro di generazioni nel nome dello stile italiano. L’uomo che ho in mente prende da un guardaroba in cui i pezzi sono stati collezionati nel corso dei decenni, per il loro valore emotivo e materiale.
Lavorando con lane lavate e Vellus Aureum siamo stati in grado di trasferire la vita vissuta sui capi. C’è qualcosa di tipicamente torinese in questa collezione, nell’atteggiamento colto che le forme suggeriscono e nel modo noncurante in cui vengono indossate, che è una maniera peculiare di essere italiani”.
La silhouette è decostruita, i volumi sono avvolgenti, le proporzioni sono ripensate, con macro-pattern e macro-motivi donegal, selezionati dalla biblioteca della tradizione, che sottolineano il gioco delle proporzioni. Blazer destrutturati con chiusure basse a due bottoni; cappotti oversize con colli in pelliccia di cashmere che arrivano fino al ginocchio; i blouson sono ampi, con revers o colletti alti ed elastico in vita.
La maglieria è la protagonista della stagione. I dettagli suggeriscono gesti: scollature a V profonde lasciano intravedere due camicie ordinatamente sovrapposte l’una all’altra; le tasche sono tagliate in diagonale e basse, per infilarci le mani; maglioni e cardigan spessi sono infilati dentro pantaloni a vita alta.
La camicia dal collo morbido è ora realizzata in maglia; il cashmere e il velluto a coste di cotone sono il tessuto di abiti robusti ma morbidi. Gli abiti di Oxford lavato sembrano avere vissuto un’altra vita. L’iconica giacca Il Conte continua a evolversi ed è presentata in montone, come gilet e in una versione in jersey Oasi Cashmere. Mocassini con suole spesse, occhiali dal disegno preciso, morbide borse a tracolla evidenziano l’atteggiamento noncurante.
La palette è un mix tonale di note neutre di fossile, ginepro, fogliame scuro, serra, castoro, rosso Gattinara e falesia con nuance di Sessera, arnica, giglio montano, terracotta e accenti di nero opaco. Le texture sono tattili, dense, soft: lana cashmere, velluto a coste di cotone cashmere, cover di lana mohair, flanella di lana, Oasi Cashmere.